Mario Castelnuovo-Tedesco, nato a Firenze nel 1885 e morto a Beverly Hills nel 1968, è stato un grandissimo compositore. Quando si dice che sono sempre i migliori che se ne vanno. E dall’Italia, nel 1938 se ne andò anche Mario Castelnuovo-Tedesco. Aveva 43 anni e un talento fuori dal comune. Figlio di una famiglia ebrea, come molti altri compositori si rifugiò negli Stati Uniti per sfuggire al pregiudizio razziale nazi-fascista. Sfortuna per lui e fortuna per la sua musica, che si arricchì di stimoli e finì col diventare un’eccezionale mistura di stili. L’Italia rimase all’inizio un sogno, poi nemmeno più quello. Sofferenza tanta, la natia Firenze era lontana. Nostalgia quanto basta. In America si affermò a Hollywood come autore e insegnante di composizione. La preparazione tecnica solidissima gli permise di avere un dominio assoluto della forma e del contrappunto. Il suo linguaggio è legato in egual misura al tardo-romanticismo ottocentesco, all’impressionismo e al folklore spagnolo. Oggi è ricordato soprattutto per la sua produzione per chitarra, strumento a cui si dedicò con attenzione per tutta la vita e a cui regalò le sue pagine più ispirate e autobiografiche.
La vita di Castelnuovo-Tedesco è quella di un grande musicista esiliato e i suoi capolavori musicali, a volte misconosciuti, servirebbero ad ogni uomo per capire meglio chi è. La sua musica è una confessione quasi privata, autentica, senza maschera: sguardo fisso negli occhi, solo la verità. E la verità non è sempre piacevole, a volte fa un po’ male, come quando torna alla mente che non solo «le rose hanno le spine», ma anche che «un verme schifoso dorme nel bocciolo più soave». Forse un po’ di nostalgia di casa, ma senza cedere a nessuna maniera. Anche perché Castelnuovo-Tedesco si trovava nel Paese, dove la maniera semplicemente non esiste, dove si riconoscono meriti e contenuti, dove uno stile non è migliore di un altro, dove si usa quello che serve per dire quello che si vuole dire in quel momento, senza pregiudizi. E la sua musica sembra una successione di stanze private, dove aleggiano di volta in volta fantasmi di canto italiano, ma anche echi di Cole Porter. Cose che succedono solo in America, dove vige una sola regola: giù la maschera.
Ispirandosi al pensiero artistico e insieme interpretando l’esperienza di vita di questo grandissimo musicista, dal 1993, anno di fondazione, l’Associazione Musicale Mario Castelnuovo-Tedesco di Pescara (Italy), che porta con orgoglio e responsabilità il suo nome, è riuscita a stabilire una fitta rete di collaborazioni e di gemellaggi artistici con le realtà associative e culturali delle più attraenti città italiane e di tutto il mondo, che sentono fondamentale il bisogno di crescere socialmente e di migliorarsi moralmente, svolgendo da sempre e per tradizione programmazioni di autentico valore artistico, lontano dalle logiche dell’intrattenimento” o dell’iniziativa di “facciata”. Noi pensiamo che debbano essere incoraggiate quelle “realtà” costituite da artisti “veri”, che hanno accettato di confrontarsi ai livelli più “alti”, esprimendo competitività all’interno di scenari internazionali. A quei livelli o si è bravi per davvero o si torna a casa per sempre.
Purtroppo in Italia intraprendere una carriera musicale presenta, oggi più che mai, grandi difficoltà a vari livelli, per motivi diversi, in modo particolare se trattasi di musica cosiddetta “classica” o “colta”. In una società di immagini confezionate, che spesso disconosce il valore di questa espressione culturale, non sempre è facile trovare spazi idonei, interlocutori adatti e motivazioni valide per poter organizzare manifestazioni che diano voce e spazio ad artisti di indubbio valore.
Chi l’ha detto che la musica ha bisogno di “templi” per poter essere celebrata? E chi l’ha detto che è necessario “andare” ad ascoltare la buona musica? Già perché può darsi che siano le sette note a raggiungere il pubblico, sia esso affezionato o semplicemente desideroso di rompere il ghiaccio con una nuova esperienza.
L’Associazione Mario Castelnuovo-Tedesco si è scrollata di dosso la patina semipietrificata dell’auditorium come luogo esclusivo e privilegiato per diffondere l’arte dei suoni e ha deciso di portare la musica di qualità in varie strutture della città di Pescara e del suo interland, come strutture polivalenti, musei, chiese, parchi e altri luoghi certamente non deputati alla musica ma appositamente allestiti. E soprattutto ha constatato che gli appassionati o i semplici ascoltatori sono potenzialmente molti di più di quelli che frequentano le sale da concerto: bastava andarli a cercare.
Con l’obiettivo principale di scoprire e valorizzare giovani talenti affiancandoli a musicisti noti del circuito concertistico internazionale, l’Associazione organizza manifestazioni di notevole livello, tra cui concerti, concorsi, seminari, masterclasses, in collaborazione con importanti e acclarati artisti, nonché confrontandosi con le più prestigiose Istituzioni musicali italiane e di vari paesi europei ed extraeuropei. Programmati in contesti, modalità e periodi diversi dell’anno, le manifestazioni sono sempre pensate con l’obiettivo di piacere, di illustrare, di avvincere.
Nelle varie kermesse i generi musicali si mescolano, offrendo un palcoscenico alle realtà artistiche abruzzesi più originali e meritevoli di attenzione, tra cui giovani talenti alla continua ricerca di simili opportunità “espositive”, e riservando un congruo spazio a musicisti che frequentano da tempo e con successo i circuiti dei festival internazionali. I programmi sono un vero e proprio caleidoscopio, con proposte di solisti e gruppi, che eseguono standard e musiche di tutti i continenti, in un ideale giro del mondo, passando dalla musica classico-romantica alla canzone d’autore, dall’opera e operetta alla tradizione napoletana, dalla musica etnica alla fusion, spostandosi idealmente all’altro capo del mondo attraverso il jazz e la musica afro e latino-americana. Tutte le manifestazioni si mantengono nel solco di quella modernissima tradizione che fa della “contaminatio” un elemento distintivo. La scelta degli artisti non è casuale, perchè non basta mettere insieme un ciclo di concerti importanti per avere successo, ma è necessario creare una giustapposizione tra di loro, un percorso ideale.
È questo il compito ambizioso e qualitativamente alto della direzione artistica dell’Associazione Mario Castelnuovo-Tedesco. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: i concerti sono frequentati da persone di tutte le età e di diverso livello culturale. C’è inoltre da notare l’apprezzamento più volte rimarcato da alcune personalità della città di Pescara e non solo, tra cui musicisti, musicofili, insegnanti, artisti e persone di varia estrazione e, non ultimi, alcuni politici, che, elevandosi ad esempio per tutti coloro che dovrebbero avere a cuore la crescita culturale e morale del nostro territorio, frequentano abitualmente i concerti dell’Associazione, rimarcandone in ogni occasione la qualità degli stessi e il piacere di assistervi.
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